In tempo di quarantena, i problemi collegati con il movimento sono essenzialmente tre:
- Eccessiva inattività
- Attività troppo intensa in pazienti affetti da infezione da SARS-CoV2 con pochi sintomi e che la rendano anche difficilmente riconoscibile
- Attività nel periodo di convalescenza
Una eccessiva inattività determina una serie di conseguenze:
- Riduzione dell’efficienza energetica
- Riduzione della massa e del tono muscolare
- Aumento di rigidità e dei dolori muscolari
- Stanchezza fisica e mentale
Da favorire sedute di allenamento rapportate alle proprie condizioni, che vadano dalla ginnastica, alla bike, allo stretching, yoga o qualsiasi movimento sia possibile fare a casa.
Usare come pesi anche pacchi di pasta o bottiglie di acqua da mezzo litro, salire più volte le scale se presenti. Sufficienti 3-4 sedute a settimana di 30 – 40 minuti, sempre commisurate con età e con condizioni fisiche.
Mentre un’attività leggera-moderata incrementa le difese immunitarie, una attività intensa ha un effetto opposto.
Alcuni studi recentissimi indicano come un allenamento eccessivamente intenso può ridurre l’efficienza del sistema immunitario e, in caso di infezione COVID-19, aumentare il rischio di complicanze a carico di vari organi, in particolare cuore, fegato e polmoni.
Per questo motivo si sconsiglia di praticare esercizio fisico intenso durante il periodo epidemico.
La durata di un esercizio aerobico non dovrebbe superare l’ora di attività e ad una frequenza limitata all’80% della frequenza massima (frequenza massima 220 – età). Un individuo di 30 anni dovrebbe lavorare massimo sui 150-160 battiti alternando periodi di recupero.
Nel secondo caso la presenza di infezione virale riveste una sua notevole importanza, soprattutto se associata alla presenza di sintomatologia scarsa e poco caratteristica. Ricordiamoci che ci sono casi che si manifestano anche solo con disturbi del gusto e dell’olfatto.
In caso di sintomi aspecifici, malessere, astenia, o sospetto di poter avere contratto una infezione, è importante non eseguire sedute di attività fisica né prolungate né intense, sia che siano di tipo aerobiche (bike, tapis roulant) che di pesi.
Meglio il riposo.
Quindi ascoltarsi e portare pazienza qualche giorno.
Lo stesso discorso vale per il periodo di convalescenza.
La COVID-19 è una malattia che può interessare vari organi, dai polmoni all’apparato renale, al cuore.
In qualche modo questo vale anche per le altre infezioni, ma noi abbiamo poche certezze riguardo a quella da SARS-CoV2.
A livello professionistico si sta valutando su quando iniziare e che esami fare dopo una infezione da COVID-19.
I tempi di attesa consigliati prima di riprendere attività sono in questo caso dal punto di vista precauzionale, di 2 settimane dalla scomparsa dei sintomi, febbre in particolare.
In ogni caso è consigliabile consultare il medico di riferimento.